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Il Giardino Promesso: appunti per una botanica manzoniana, è un’installazione ideata da Claudio Rocchetti e realizzata nel cuore del parco di Forte Marghera.
Il Giardino Promesso è un’installazione botanica che prende forma dalla lettura e dallo studio del XXXIII capitolo del romanzo I Promessi Sposi, nel quale l’autore descrive con dovizia di particolari un giardino abbandonato elencando ogni pianta ospitata al suo interno.

Questa suggestione ha colpito Claudio Rocchetti, la cui ricerca è da tempo incentrata sul rapporto tra abbandono e memoria. In seguito ad una visita a Forte Marghera, l’artista ha individuato un’area specifica in cui dar luogo a questa fascinazione: il Giardino Promesso è un’installazione botanica realizzata con tutte e 20 le piante citate nella descrizione del giardino di Manzoni, una scultura-ambiente in continuo mutamento, situata in un prato del parco di Forte Marghera.
Nel Giardino Promesso varie piante da frutto e altre erbe sono lasciate libere di crescere e svilupparsi: un giardino lasciato a se stesso, alla spontanea vitalità vegetale, un luogo dove le specie solitamente eliminate prosperano e si moltiplica la varietà e diversità.

Il Giardino Promesso accoglie un ciclo di performance sonore di musicisti italiani ed europei, programmate per tutto il mese di maggio 2013. Questi appuntamenti dedicati al suono hanno lo scopo di mettere in relazione la ricerca musicale contemporanea a un particolare paesaggio e a due temi: l’abbandono e la memoria.
Claudio Rocchetti descrive la musica come un sistema di addii, in cui ad ogni nota che muore ne succede da un’altra, che ne mantiene vivo il ricordo. All’interno di questa fisica del suono emerge il rapporto con la vita vegetale perché, come il seme scompare con la crescita della pianta, così il frutto succede al fiore, mantenendone il ricordo e la possibilità di riproduzione.

A partire da venerdì 3 maggio 2013 il Giardino ospiterà un ciclo di performance sonore che dureranno per tutto il mese di maggio 2013:
venerdì 3 maggio 2013: Claudio Rocchetti
venerdì 17 maggio 2013: Ottaven
venerdì 24 maggio 2013: Enrico Malatesta, Attila Faravelli & Matija Schellander
venerdì 31 maggio 2013: Kam Hassah

Il ciclo di performance sonore sarà aperto al pubblico e gratuito.
Tutti gli appuntamenti sonori si terranno presso l’installazione botanica de ll Giardino Promesso – Padiglione Palmanova di Forte Marghera – con inizio al tramonto di ogni venerdì (20.30 circa).

Ottaven
Il linguaggio musicale di Ottaven è ricorsivo, ripetitivo, ossessivo, scava e insiste nelle azioni. Il suono nasce come superfetazione di un nucleo centrale che si espande, si ripiega in sé stesso, si moltiplica fino ad occupare in esteso lo spettro della percezione. Il suono è fisico, medium di messaggi e portatore di significati: si accosta e si lega ai meccanismi di formazione e trasmissione del linguaggio vocale e corporeo. Tramite la sua musica, Ottaven traccia una linea evanescente fra concentrata composizione e libera improvvisazione, la stessa linea che traccia ogni animale (uomo compreso) nella comunicazione con i propri simili.

Enrico Malatesta, Attila Faravelli e Matija Schellander
Il tema centrale del lavoro del trio è il limite che intercorre tra il suono ed il silenzio;
Enrico Malatesta crea texture basate sugli strumenti a percussione, da lui utilizzati per  generare ambienti sonori in cui le risonanze, i suoni fantasma, e l’azione legato-slegato dei gesti assumono un valore centrale; la visione sonica si sviluppa nel tempo su differenti piani di ascolto in cui il silenzio assume un ruolo fondamentale.
Il sound artist Attila Faravelli e il contrabbassista Matija Schellander dialogano con lo spazio della performance intessendo trame di risonanze con l’ambiente. Gli strumenti nelle loro mani diventano aerofoni liberi (freie aerophone, secondo la classificazione Hornbostel-Sachs), in cui l’aria in vibrazione che genera il suono non è contenuta negli strumenti stessi; il contrabbasso e gli Aural Tools che i due artisti costruiscono diventano media per tradurre le micro-oscillazioni che, sempre diverse, attraversano la natura.

Kam Hassah
L’ultimo appuntamento del ciclo di perfomance sonore avrà come protagonista Kam Hassah.  Il suo lavoro consiste nel recuperare ciò che c’è ancora di salvabile, fra frammenti e schegge, di un mondo di suoni riemersi dopo un grande diluvio.

Il progetto è ideato da Claudio Rocchetti e curato da Eventi-Arte-Venezia per Parco del Contemporaneo 2013, in partenariato con la Regione del Veneto e con il sostegno e patrocinio del Comune di Venezia – Assessorato all’Ambiente, alle Politiche Giovanili e alla Città Sostenibile; Presidenza del Consiglio comunale; il progetto è finanziato da Università Cà Foscari – Fondi per le attività studentesche e sostenuto dal Forum Austriaco di Cultura e dalla cooperativa Controvento.

“perché i pratini ben tosati sono una specie di deserto che non insegna niente, simbolo del moderno deserto interiore, il quale più o meno somiglia a una moquette.”
Ermanno Cavazzoni

Dal momento in cui Il Giardino Promesso verrà abbandonato, tutti i frammenti continueranno a essere raccolti in questo tumbrl.

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